Charles Bukowski: l’ubriacone, il donnaiolo, l’amante delle corse dei cavalli, il poeta underground, il ribelle sfregiato dall’acne, l’impiegato delle Poste, l’uomo dai mille lavori, il factotum dei bassifondi, il grande scrittore maledetto… Paolo Roversi, scrittore nonché uno dei massimi conoscitori italiani di Buk, in questo pamphlet traccia, con stile veloce ed essenziale, un ritratto confidenziale di Bukowski: la biografia, la vita, le immagini, le curiosità, avvalendosi di un interlocutore d’eccezione: Fernanda Pivano. Un viaggio nel mondo bukowskiano che spazia dalla poesia alla alcool, dalla religione al cinema, dal teatro alla musica, dalle corse dei cavalli ai reading ubriachi; passando attraverso la dedizione che l’Italia ha sempre dimostrato verso l’autore dedicandogli pub, canzoni e pièces teatrali. Un testo dalla parte dei lettori appassionati, ma sopratutto del Bukowski scrittore, che sorridendo, sentenziava: “Tutti gli scrittori sono dei poveri idioti. È per questo che scrivono”.
Discutendo con Fernanda Pivano, ho scoperto che Bukowski era un timido,dalla scorza dura all’apparenza, chiuso nel suo guscio. Salinger ne Il giovane Holden sosteneva che «uno scrittore è qualcuno che quando hai appena finito di leggere il suo libro senti tuo amico e che vorresti chiamare al telefono tutte le volte che vuoi».
Questo libro rappresenta un po’ quella telefonata mancata.
Fernanda Pivano, Alessandro Berselli, Michele Corleone, Enrico Franceschini, Gianluca Morozzi, Andrea G. Pinketts, Alessio Romano, Simone Sarasso, Sergio Scorzillo e Simona Scorzani sono i compagni di viaggio e d’avventura di Paolo Roversi, autore del pamphlet “Scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere. La vita, la poesia e i segreti di Charles Bukowski“, terza edizione aggiornata ed arricchita del fortunato saggio uscito per la prima volta nel 2005, poi nel 2010, e dedicato al tanto amato quanto odiato scrittore americano morto a San Pedro (California) il 9 marzo 1994.
A distanza di oltre vent’anni dalla dipartita di Buk, affettuosamente chiamato così dagli amici ed estimatori, Paolo Roversi ne ripercorre la carriera artistica attraverso le parole dei suoi libri, delle sue poesie e dell’intervista concessa dallo scrittore a Franca Pivano – sfociata ne “Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle” – oltre ai ricordi e alle testimonianze di quest’ultima, anche fotografiche.
Dall’attenta e ironica analisi di Paolo Roversi e le impressioni dei “compagni di viaggio” emerge un lucido e divertente ritratto di Bukowski, di un’artista combattuto tra la stretta morsa dell’alcol, delle donne e prostitute – le sue maledette passioni -, e la vocazione più vera, quello della scrittura, coltivata alacremente sin dalla giovane età a suon di Hemingway, Verlaine, Dostoevskij e Céline sulle note di Beethoven, Brahms e Mahler e che troverà finalmente concretizzazione con il suo romanzo d’esordio nel 1971 “Post office”.
Osannato dalla critica, sin dagli anni Ottanta, Buk e i suoi scritti diventano protagonisti di opere teatrali e cinematografiche, anche in Italia, con attori quali Mickey Rourke, Sean Penn, Matt Dillon e il cantante Bono Vox.
Che lo si consideri ubriacone, poeta, pazzo o passionale, Charles Bukowski è stato un punto di partenza per molte generazioni di scrittori e appassionati bibliofili: tra disprezzo e dolcezza ha incarnato il mito della letteratura del XX secolo, della sua fine, del suo nuovo inizio.
La prima presentazione ufficiale si terrà sabato 11 marzo a Milano alla Libreria Il mio Libro. Qui tutte le informazioni.