Staccare la spina è sempre una cosa positiva. Quando ci si riesce. Stamattina quasi guardavo con invidia la gente che, come ogni venerdì, si trascinava in metrò il valigione. Quasi.
Io trascorrerò il ponte a correggere le bozze del nuovo romanzo. Quattrocentoventidue pagine. Il più lungo che abbia mai scritto. A cui vanno aggiunte una serie di appendici simpatiche che abbiamo pensato d’inserire. E i dubbi dell’ultimo momento sul titolo. Mi immergerò nella Milano dei Sessanta e Settanta, assolutamente nera e criminale. Rileggere tutto d’un fiato aiuta a capire se il tono del libro è sempre lo stesso, se non ci sono cadute di stile, se, insomma, tutto fila. Si cominica alla mattina e si finisce quando si finisce. Sperando che durante il cammino non ci si imbatta in troppi contrattempi.