Scrivere è un lavoro a tempo pieno. E non si finisce (quasi) mai. Un romanzo, un racconto, un pezzo per il giornale…
Ma quello che conta sono le storie, il resto è solo rumore di fondo. Quando quella storia ce l’hai, tutto quello che ti sta intorno passa in secondo piano. Come il corridore che vede il traguardo lì, alla portata.
Io quella storia ce l’ho, sono anni che me la cullo, e ora sono in dirittura finale per completarla. Consegna dopo l’estate, in libreria con l’anno nuovo. I tempi sono contingentati. Le scadenze fissate. Ma non è un male: sapere di DOVER finire mi rende più disciplinato, più attento e perfino euforico. Quindi ecco le mie vacanze di scrittura. Meglio che un tuffo in piscina, meglio che una spiaggia affollata, meglio di un ombrellone e uno sdraio presi a nolo. La mia vera vacanza è andare in ferie dentro alle mie storie…